martedì 17 settembre 2013

Zero Charisma

Sono sicuro che la maggior parte dei nerdissimi lettori di La Grande Quest l'hanno già visto.
Ad ogni modo, ecco qui.


Se siete interessati a qualche dettaglio in più, un breve articolo su bestmovie.it

6 commenti:

  1. Visto ieri sera. Un film deprimente.

    Per non spoilerare: immaginatevi un karate kid in cui deniel larusso si trasferisce in un quartiere nuovo dove ha casini in casa e viene bistrattato dai bulli locali.

    E ora immaginatevi che al posto di conoscere il maestro Miagi si alleni alla meglio e ne prenda un sacco e una sporta. Nell'inquadratura finale si vede lui pesto sul ring, senza nessuno che lo aiuta, che solleva la testa giusto in tempo per vedere la sua ragazza che si allontana con un camionista conosciuto sul posto.

    Questa è un po' la sensazione che ti lascia.

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    1. Bè, grazie della recensione. Ho letto alcune critiche che lo paragonavano a un "taxi driver" applicato ai giochi di ruolo. Che avesse una patina amara, si intuiva, ma che fosse così deprimente, meglio saperlo. Ma, a parte questo, nessuno di voi ha mai riflettuto sul nostro complesso di Peter Pan. Insomma, secondo voi c'è qualcosa che ci blocca, che ci tormenta, per essere ancora felicemente impelagati con questo hobby?

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  2. mah guarda, in realtà io non faccio una sessione da almeno una decina di anni; ogni volta che si è presentata l'occasione ci si è sempre messo di mezzo qualcosa.

    Mi sono divertito a aggiornarmi su cosa c'è in giro adesso e mi piace che si sia approfondita la discussione con argomenti tipo cos'è che rende il gioco divertente, cos'è la libertà d'azione dei giocatori, è meglio avere regole per tutto vs lasciare spazio alla fantasia e il ruolo del master etc.

    O la discussione sulla narrativa e sugli archetipi che anche tu porti avanti qui.

    Ma mi pare chiaro che a 30, o 40 anni come nel mio caso, o sei riuscito a trasformare l'hobby in un'attività artistica o professionale, o non è più qualcosa di centrale nella tua vita; è appunto un hobby e per questo viene dopo lavoro famiglia etc.

    Probabilmente lo vedrai, quindi non faccio spoiler, ma imho il succo del film sta nello scambio di battute:

    - dovresti farti una vita
    - io ho già una vita, e fa schifo!

    che ci sta bene a inizio film, ma non come messaggio. non è un gran biglietto da visita per i gamers.

    Confronta p.e. con the gamers 3 - hands of fate in cui c'è tutta la gioia e la passione e il divertimento nella consapevolezza di essere dei maniaci

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    1. Mi ritrovo perfettamente con quello che dici (io viaggio sui 44 ormai). Penso che lo vedrò effettivamente. Ma, da quello che intuisco tra le righe, e giusto per restare fedeli a uno dei temi cardine di LGQ, mi pare che qui l'arco del personaggio sia di tipo "tragico". Insomma, non c'è trasformazione, quindi non c'è redenzione. Meta narrativo, insomma :-)

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  3. guarda, qui stiamo parlando di due cose separate.

    un conto è essere dei gamers di 40 anni e essere passati dalla mamma che ti stressa alla moglie che ti stressa perché perdi tempo in cose inutili.

    E noi che a spiegare che ci abbiamo conosciuto gente, imparato l'inglese, la storia la narrativa e le armi antiche.. ma in realtà questi sono tutti side effect. In realtà lo facciamo o lo facevamo perché è DIVERTENTE.

    C'è chi si diletta a giocare a calcetto con i colleghi, e chi a passare la serata a lume di candela appoggiata a un teschio di plastica cercando di capire come si disattiva quell'ultima trappola mortale. Solo che per qualche motivo la seconda non è considerata una "figata".

    gery gigax ha influenzato l'immaginario moderno molto più profondamente di steve jobs, ma non ho mai visto nessuno in metropolitana a leggere la biografia di gigax.

    Il motivo probabilmente è proprio che l'hobby in quanto fuga dalla realtà attira molte persone in fuga e il baratro della sfigaggine è in agguato.

    E qui torniamo a bomba al film (lo trovi all'estero, in quel negozio di fianco al torrente). Se lo vedi facci caso, NON SI PARLA MAI del gioco.

    Si vedono dadi da venti ovunque, ma mai una sessione, un combattimento, un enigma arguto. Pare che l'hobby sia tipo giocare coi pupazzetti (che anch'esso è divertente, ma in un altro contesto, tipo quando metto a nanna mia figlia). Ma per dire non si vedono neanche in quadrate marche note o sponsor di vario tipo che vogliano legare il loro nome al film.. confronta come prima con the gamers 2 o 3

    I detrattori dicono che questo film non ha avuto il coraggio di essere un film di nicchia, e è stato fatto per il grande pubblico quindi ha dovuto annacquare i concetti geek.

    Il risultato è un film in cui geek è sfigato, perso nel suo mondo, incapace di gestirsi una vita. Il che è un peccato perché il personaggio principale è riuscito e credibile, siamo noi nel periodo più antipatico della nostra vita, quando nessuno ci voleva frequentare. Il che rende l'atmosfera ancora più sfaiga.

    Persino lo scambio se va più veloce il millenium falcum o l'enterprise, diventa una mera questione di erudizione, non riesce a sforare nel visionario come quello sulla morte nera di clerks ma neanche nella commedia leggera alla galaxy quest.

    Insomma, togli l'ambientazione geek, potrebbe essere benissimo la classica storia americana del proletario che lotta con la povertà e l'azienda in crisi (living on a prayer di bon jovi..) ma manca di quel guizzo di genio e di bizzarria che è per il geek quello che il muscolo lucido, la tipa e l'atteggiamento duro sono per il film proletario.

    In definitiva il personaggio è sfigo, si circonda di sfighi e per estensione mostra il lato sfeego del mondo geek. E' il sogno americano all'incontrario: prendi la tua passione, spremila fino in fondo e .. niente. E' la pattinatrice di flashdance che cade e finisce a fare la spogliarellista, ma senza il controaltare di Alex che invece ce la fa. E' Phil Katz che muore solo e dimenticato anche se ha inventato l'algoritmo zip.

    Insomma, non è un brutto film ma è deprimente tipo un film italiano con castellitto ecco.

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    1. Ok, dopo il paragone col film triste con Castellitto (magari uno di quelli tratti da un libro della Mazzantini...), credo che lo depennerò dai miei prospect :-)

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