Il ciclo bretone non ha un autore. Più precisamente: ne ha molti e non ne ha nessuno.
Dove affondi le sue origini il personaggio re Artù non è un dato acquisito: qualche evidenza condurrebbe alla figura, storicamente incerta, di un generale celto-romano che si è opposto, nei secoli bui, all'invasione anglo-sassone delle isole britanniche.
Parlano di lui Nennio e Goffredo di Monmouth, e lo fanno come di una figura storica. Racconta le sue gesta il Mabinogion gallese nel medioevo, poi lo fa Maria di Francia e, con enorme fortuna, Thomas Malory, rielaborando i testi inglesi e francesi che gli erano giunti.
Di questa "Materia di Britannia" si impossessano in molti e in tutta Europa. Figure minori (Gawain) o inesistenti (Lancillotto, Percival) nel ciclo originario diventano protagonisti di altre opere e l'epica si estende. I racconti e le gesta si moltiplicano, avendo tutte come denominatore uno stesso "mondo".
Vi ricorda qualcosa?
Spero che mi passerete l'accostamento provocatorio: il ciclo Bretone è un colossale, affascinante progetto narrativo open source.
Nessun commento:
Posta un commento