lunedì 22 marzo 2010

dailyrando

Chi segue LGQ si sarà accorto in questi mesi che, oltre a non pubblicare recensioni non sono facile agli "endorsement".

Faccio volentieri un'eccezione per segnalarvi dailyrando.com che parla di tutto ciò che ci piace (sembro un po' il Mollica, vero?), con una formula molto leggera e funzionale - decisamente web 2.0.
Il sito ha una sola anima, ma due declinazioni: una community pura - un forum tradizionale - e un'area editoriale, che raccoglie e rilancia i blog aperti dagli utenti sulla piattaforma di dailyrando.
E' aggiornato, competente, poplato da appassionati e, nella sua componente editoriale, decisamente ben scritto. Per ora è un'iniziativa creata hobbisticamente da professionisti del settore, quindi ha un delizioso flavour informale ma tutta la sostanza di chi sa bene di cosa parla.

Per onestà devo dirvi che l'iniziativa nasce, tra gli altri, da uno dei mei più vecchi e cari amici, dunque sappiate che l'entusiasmo sperticato è del tutto partigiano.
E' un toccasana vedere cosa si potrebbe fare di bello e intelligente in Italia in termini di giornalismo ludico.
Lascia un po' l'amaro in bocca invece constatare che una cosa di questo tipo debba nascere da un'iniziativa personale perché non c'è un editore "tradizionale" in grado di capire il valore (e, in prospettiva, il potere) di una cosa del genere.

Per i lettori de LGQ, un puntatore diretto a questo thread :-)

- La serie "Struttura Mitica per Game Master" invece ritorna a breve -

4 commenti:

  1. Ehhhh, l'editoria italiana di settore è piuttosto strana anzichenò... mi domando come mai "Rackam" (rivista di maglieria) abbia un suo posto dignitoso in edicola mentre le riviste di settore ludico nascano e si spengano con la velocità delle farfalle...Si certo, le fanzine in rete soddisfano...ma lo sfogliare le pagine mi manca un po'

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  2. Temo il discorso sarebbe lungo. In realtà temo di non essere nemmeno la persona più adatta per raccontare il perchè e il percome di una situazione evidentemente paradossale. E' troppo tempo che non bazzico attivamente il mondo dell'editoria cartacea.
    Credo si tratti di un mix di miopia imprenditoriale degli editori, una certa acriticità dell'audience (leggi: facilità ad accontentarsi di roba mediocre da parte di una buona maggiornaza dei lettori), la difficoltà in italia a costruire prodotti per nicchie di consumatori, e, sullo sfondo, un paese tradizionalmente misoneista e ripiegato sulla sua vecchia pancia.
    Se c'è qualche esperto in linea magari ci può spiegare di più :-)

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  3. Beh qui il discorso si fa serio, la nicchia di fondo c'è, lo sappiamo bene, ma allora perchè non reagisce alle riviste che sono fallite fino ad ora? I numeri probabilmente la fanno da padrone in questo campo, non dimentichiamo di essere uno dei mercati "piccoli", ed una nicchia in un mercato piccolo equivale a "quasi nulla" insomma, suppongo che spesso e volentieri lo sforzo economico sia grande e senza ritorni utili...

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  4. Eh si, il discorso si fa serio - davvero non conosco bene i numeri per approfondire il tema finanziario. Faccio solo una considerazione qualitativa: so per certo che se il prodotto è fatto con cura, mettendoci intelligenza, curiosità ed esperienza, ma anche un giusto investimento, funziona ed è profittevole, cioè i ricavi sono maggiori delle spese.
    Se, da editore, voglio raddoppiare il profitto abbattendo gli investimenti, metto di sicuro in tasca qualcosa di più sul breve, magari se voglio "vendere" la testata la vendo anche meglio (cioè faccio un discorso speculativo e non da editore puro) perché il conto economico è dopato.
    Però fatalmente rendo il prodotto mediocre e, alla lunga, lo uccido.
    Non si scappa: se vuoi fare l'editore di testate di videogiochi (e in generale di testate per hobbisti), devi amare i videogiochi, o almeno provare passione per la tecnologia o per il pubblico che servi.

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