mercoledì 13 maggio 2009

Post #1


Sono un dungeon master di vecchia data, come ho già scritto altrove. Questo significa che mi piace fare tardi con gli amici, sentire il rollio dei dadi sul tavolo di qualche cucina e vedere le storie che prendono vita.
La lunga militanza tra gli appassionati di questo hobby - il gioco di ruolo - mi ha regalato ore di divertimento puro, di autentica fuga e, occasionalmente, di vera emozione creativa.
Non so se avete mai provato quella sensazione. E' come essere testimoni di una scintilla. E quando succede, bè, ogni cosa va a posto. Vi sentite la persona giusta al posto giusto (cosa che non vi deve succedere spesso, altrimenti non avreste scelto questo hobby).
Per qualche istante tutto sembra rispondere a una sorta di armonia segreta. E' come se per un attimo si dischiudesse il velo.
Ecco, è una vita che inseguo quella sensazione: quando l'hai provata non puoi più farne a meno.

La mia è una lunga crisi di astinenza se devo essere sincero. Sapete, un po' ho mentito.
E' più giusto dire che io
ero un dungeon master, ma il lavoro, la famiglia, i figli, insomma la vita, ti portano prima a sfoltire e poi ad abbandonare tutto ciò che è superfluo, o che lo sembra. Il gioco resiste per un po', ma poi, proprio come un tragico eroe che se ne sta sulla collina con la spada in pugno, circondato da un esercito di nemici, viene anche il suo momento.
Guardandomi un po' indietro, e con quel po' di giusto distacco che gli anni ti donano, mi rendo conto che certe cose non possono tornare. Eravamo giovani, avevamo tempo. Eravamo anche di bocca buona per essere sinceri. Eravamo affamati di storie da vivere. Ogni contaminazione, citazione, idea rubata, era un'ottima pietanza da imbandire per la sessione della domenica sera. Si leggeva di tutto, Tolkien, Brooks, Moorcock, Weis&Hickman e si copiava a mani basse, siamo sinceri, ma quello che ne veniva fuori era comunque qualcosa di originale.

Ora, io non ho pretese di essere un esperto di narratologia, ho letto qualcosa certo, ma resto pur sempre poco più di un hobbista con delle velleità. Eppure sono sicuro che, quando facevo il dungeon master, sono stato testimone di un'autentica magia: ho scoperchiato il giocattolo per vedere come funziona e ho visto come prendono vita le storie. Ho visto la materia grezza che entrava da una parte (il mio lavoro di dungeon master, con qualche rara fantasia originale e molte idee prese a prestito), gli ingranaggi che giravano, i giocatori che si appropriavano del mondo e le storie che nascevano.
Non era certo roba mia, non era solo roba loro.
Ecco, il conto non tornava nel bilancio energia/materia. Il risultato finale era maggiore della somma degli elementi che lo componevano.
Il dio dei cantastorie era sceso tra di noi, aveva pizzicato le corde della sua arpa magica ed era nato qualcosa di nuovo.
Sono sicuro che le nuove storie che meritano di essere raccontate hanno bisogno di questo. Hanno bisogno di un mondo che le accolga e della passione di tanti giocatori.
Questo blog non è nato per fare riflessioni malinconiche sul bel tempo andato. Vorrei creare qualcosa insieme a voi.
Naturalmente torneremo sull'argomento.




7 commenti:

  1. Certe cose non possono essere cancellate dal tempo. Un master resta sempre un master finché i propri giocatori non lo rinnegano!

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  2. Verissimo! Se hai amato giocare di ruolo, non sarà certo il tempo a cancellare questa passione, al massimo riuscirà ad assopirla per un pò, ma la fiammella continua a bruciare per sempre.

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  3. Se vuoi invecchiare, liberissimo. Io con gli amici mi trovo ancora. Una volta ogni due settimane. Ormai siamo tutti sopra i quaranta, ma i personaggi hanno sempre diciott'anni. E negli ultimi sei mesi mi sono fatto accompagnare da mia figlia, che adesso ha il suo bel personaggio. Di diciassette.

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  4. Che dire, grazie dei primi, preziosi commenti.
    No, non è che voglio invecchiare, caro Akko :-) (Ma succede comunque, no?)
    In realtà spero proprio di riprendere a giocare a breve, ma non vorrei spostare troppo il discorso sugli aspetti autobiografici.
    Spiegare "da dove vengo" era doveroso all'apertura del blog e non ho potuto esimermi dal farlo col tono agrodolce della malinconia.
    Ma quello di cui vorrei discutere qui, tra le altre cose, è il potere creativo del gruppo e le implicazioni che questi meccanismi comportano. Io credo che questo paradigma non sia stato del tutto esplorato e ho le mie idee in proposito. Penso che ci sia là fuori una generazione, o tribù, se vogliamo, di autori, artisiti e game designer che non ha ancora detto la sua fino in fondo.

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  5. antonioant.arnone@gmail.com22 novembre 2012 alle ore 11:33

    Ehy :)

    Volevo complimentarmi con te per il lavoro che svolgi attraverso questo blog, in quanto Master non posso che apprezzare i numerosi aiuti che fornisci (tramite font, consigli, interviste et similia), aiuti di cui anch'io ho "approfittato" xD.
    So che può sembrare strano un commento, in effetti avrei voluto scriverti per mail, ma dovendo commentare ho preferito farlo qui, sul ''primo post''.. Fa più effetto ;)
    Ti auguro il meglio, anche perchè ho letto che ti stai cimentando nell'impresa di scrivere un romanzo fantasy, che è un po' il sogno di tutti noi fantasticatori..
    Ancora complimentoni, continua così! ;)

    AnT /

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    1. Grazie mille AnT, davvero, e benvenuto su LGQ. A rileggere questo post a distanza di più di tre anni, fa un certo effetto. Ero particolarmente ispirato, devo dire.

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