mercoledì 24 aprile 2013

Lord British su Shroud of the Avatar


Richard Garriott, aka Lord British, ha inventato la serie di Ultima, e non credo abbia bisogno di presentazioni (se proprio vi serve di una rinfrescata, qui).
Dopo un lunghissimo periodo sabbatico e qualche flop eccellente, torna al mondo dei videogiochi con un nuovo progetto: Shroud of The Avatar.
Si presenta con il suo team su Kickstarter, chiede una milionata di dollari e ne ottiene il doppio. 


Se vi siete persi questa intervista su IGN, vi raccomando vivamente di immergervi nella lettura, incredibilmente interessante. 

Particolarmente illuminante l'ultima parte, in cui racconta di come sta gestendo, a livello di game design, l'intreccio tra le meccaniche massive e multi-player, e la necessità di far vivere a ciascun giocatore un'esperienza unica e personale.
In fondo si è fatto tutte le domande che ci siamo fatti tante volte anche qui su LGQ. A quanto pare però lui ha trovato delle buone risposte.

martedì 23 aprile 2013

Non so niente di te

Sto leggendo in questi giorni un romanzo che non c'entra nulla, apparentemente, con le cose che normalmente trattiamo su LGQ. Si tratta di Non so niente di te, di Paola Mastrocola.
L'autrice, devo dire, non mi ha mai innamorato. Ho tentato di leggere alcuni suoi romanzi nel passato, alcuni anche di grande successo, e ho sempre finito per mollare lì a mezza via. Lo stile, proprio non mi corrisponde.
Anche questa volta, lo stile non mi corrisponde, ma il tema del romanzo mi ha agganciato. Sono salpato, ho superato le secche del suo intreccio improbabile e del suo stile verboso, e mi sono tenuto stretto alla trama, per arrivare a destinazione.

Il Balliol College di Oxford, dove tutto ha inizio

Il romanzo parla di un ragazzo di buona famiglia, e molto promettente negli studi, che riesce a sottrarsi a una vita e a una carriera già disegnate per lui e plasmate sulle aspettative dell'ambiente sociale da cui proviene.
Lo fa mentendo e disconnettendosi, costruendosi un alter ego e sfruttando così il tempo che è riuscito a rubare al sistema, per capire cosa gli interessa veramente fare e come vuole veramente vivere la sua vita.
Il paradosso, squisitamente letterario, è che ottiene migliori risultati nel suo campo di studi (l'economia), seguendo la sua via, piuttosto che quella ritmata, eterodiretta e costellata di prove e misure, tipica del nostro modello universitario e produttivo.
Il romanzo non parla solo di questo. Sono tanti i temi che si intrecciano, ma insomma, questo è quello che mi premeva condividere con i lettori di LGQ.

Mi sono chiesto troppo spesso ultimamente quanto di più sarei riuscito a combinare di bello e interessante, se avessi avuto coraggio, a tempo debito, anch'io di sottrarmi a una via che altri avevano, in perfetta buona fede, tracciato per me. 
Rubare il proprio tempo, rivendicare i propri spazi per pensare e creare, non può essere fatto senza deludere le aspettative di qualcuno. Senza sganciarsi dal flusso costante di richieste, informazioni, feedback che ci impedisce di concentrarci e di approfondire. Di seguire anche vie inaspettate, che semplicemente ci si parano davanti e che aspettano solo di essere esplorate, se ne abbiamo il tempo.
Se lo rivendichiamo, quel tempo.






mercoledì 6 marzo 2013

Fantasy mApp - primo mock up!

E' con grande piacere che pubblico, in esclusiva per i valorosi lettori de "La Grande Quest", il primo mock-up completo dell'app per disegnare mappe fantasy.
Abbiamo appena chiuso la fase di design e siamo entrati in fase di sviluppo. Speriamo di avere al più presto un primo prototipo.
C'è ancora un po' di grafica provvisoria, ma insomma, comincia a dare l'idea.

L'area di lavoro di Fantasy mApp - non vi viene già voglia di giocherellarci?

lunedì 4 marzo 2013

Pasticcio transmediale carpiato

Sono arrivato a circa settanta cartelle del mio racconto. Faccio sempre una grande fatica a trovare un po' di continuità, ma procedo, con la costanza del passista. Lo confesso, ogni pagina è un parto: non sono proprio il genere di scrittore che scrive di getto. In realtà non sono proprio nessun genere di scrittore, ma insomma ci provo.

Come forse qualcuno dei lettori di LGQ ricorderà, questo racconto-quasi-romanzo in cui mi sono imbarcato prende le mosse da una campagna che ho scritto un paio di anni fa e che non sono mai riuscito a giocare. Il mondo, le sue regole, le razze e le dinamiche politiche, in qualche modo erano già piuttosto ben definiti quando mi sono messo in marcia.
I personaggi no: in una campagna a GDR di solito è il compito dei giocatori.  Dopo essermi un po' lamentato di questa solitudine (caspita era un anno fa!), mi sono applicato - ho anche studiato - e qualcosa è venuto fuori.

Il punto è che scrivendo, l'idea stessa dello scopo del racconto si è evoluta.

Il Sacro Graal dello scrittore fantasy - la saga infinita!
Sono partito con la semplice voglia di buttare fuori quel po' di magma creativo inespresso che mi portavo dentro. Insomma avevo lì del materiale che mi era costato fatica, che prendeva polvere (metaforicamente) e mi era parso sensato utilizzarlo per qualcosa. 
Inoltre uscivo da un periodo in cui avevo disperatamente cercato di far decollare alcuni progetti collettivi, tutti senza successo, e l'idea di avere le redini di un processo creativo dall'inizio alla fine mi pareva un vero toccasana per il mio ego ferito.

Purtroppo non posso fare a meno di pensare in grande. Ho una specie di mania di grandezza infantile che mi porta a sognare, spesso al di là delle mie reali possibilità. Credetemi, è una vera iattura. E' come avere un pennello doppio zero e sognare di affrescarci la cappella sistina.

Comunque, in questi giorni mi è balenato di fronte agli occhi questo scenario: e se questo racconto fosse, invece che una semplice "storia", l'inizio di una saga? 
Si, lo so, molti aspiranti scrittori fantasy sognano di dare inizio a una saga di successo. Qui però il mio desiderio vira bruscamente dal solito percorso, per planare nel territorio del gioco di ruolo. 
Quello che mi piacerebbe veramente è dare inizio ad una saga insieme a migliaia di giocatori.
Insomma, raccontare di come tutto cominciò, e poi "affidare" il mondo ad altri, per creare qualcosa di nuovo e inedito e realizzare così in concreto tutte le mie elucubrazioni sui mondi transmediali.

Quando cado in questi stati di delirio, la mia fantasia corre veloce, così veloce che sorpassa il vaglio della mia mente razionale. Così ho preso un bel quadernetto di carta riciclata e ho buttato giù una possibile meccanica di gioco che permetta a chiunque di creare un personaggio, entrare nel mondo che ho plasmato e diventare parte, magari anche protagonista, di una grande narrazione collettiva.
Insomma, una specie di saga fantasy open source in cui chi gioca, oltre a divertirsi, arricchisce il racconto con le sue gesta.

Quest'idea ha innescato un ritorno di fiamma sul racconto, che ora ha lo scopo di narrare, nella sua fine, una specie di inizio.
Invece che dal caos all'ordine, dall'ordine al caos. 
Perché è nel caos che i giocatori troveranno l'ambiente ideale per dare inizio alle proprie gesta.

Se è vero che ogni racconto ha una sua fine naturale e ideale, sono curioso di vedere cosa salterà fuori dalle mie pagine.

Auguratemi buona fortuna, ne ho un gran bisogno.